L'attività fisica nel percorso di
Medicina Antiaging

E' in molti prevalente l'idea che l'attività fisica possa essere fonte di malessere invece che di benessere e non sempre si riesce a smentire tale preconcetto con elementi scientifici seri ed attendibili.

Ciò deriva dal fatto che i mass-media sono spesso testimoni di persone che durante un incontro sportivo si sentono male, fino a subire gravi conseguenze proprio a causa del fatto di essersi sottoposti a sforzi eccessivi per il proprio organismo, in difetto di adeguata preparazione.

L'attività fisica è parte integrante del nostro benessere fisico e psichico, ma è fondamentale che sia adeguata al nostro stato di salute ed alle condizioni generali dei nostri organi interni: cuore, apparato respiratorio e così via, in modo da non sovraccaricare l'organismo con sforzi non proporzionali e controproducenti.

Nel percorso di diagnosi e terapia antiaging è fondamentale la cura dedicata alla forma fisica e, quindi, ampio spazio è dedicato alla valutazione anche emato-chimica delle condizioni generali di benessere psico-fisico, anche sul piano genetico e solo dopo tali indagini è possibile, con la collaborazione di un personal trainer, iniziare un programma di allenamento e di attività fisica adeguatamente modulata.

Tutto ciò appare logico se si considera che un sovraccarico di attività fisica su determinati distretti articolari può causare un danno cronico difficilmente recuperabile e che una tendenza all'osteoporosi può essere ulteriormente favorita da un sovraccarico di peso, per cui l'organismo stesso potrebbe avere un danno e non un beneficio da un'attività sportiva non adeguatamente calibrata e modulata sulle individuali esigenze.

L'attività fisica, quindi, perfettamente si inquadra nel progetto di antiaging individuale, ma solo se è ben equilibrata e proporzionata sulla base delle condizioni fisiche e delle esigenze di ogni singolo Paziente.